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You, tra amore e follia

You è una serie thriller-psicologica tratta dai due romanzi di Caroline Kepnes, You e Hidden Bodies. La prima stagione si basa sul primo libro mentre la seconda su Hidden Bodies. Greg Berlanti, insieme a Sera Gamble, annunciò di portare sul piccolo schermo questo romanzo nel 2015, ignaro del successo planetario che poi avrebbe avuto in seguito alla distribuzione Netflix nel 2018. Ha avuto così tanto seguito che si parla già di una terza stagione, d'altronde la seconda finisce con la prospettiva di un seguito. Probabilmente la scelta di Penn Badgley, attore amato dai tempi di Gossip Girl, nei panni del protagonista  Joe Goldberg ha sortito un effetto a catena facendo sì che i suoi fans seguissero questa serie fin dal primo momento. E in effetti il nostro Penn è stato magnifico, non ci ha deluso nemmeno questa volta. Chi ha visto GG potrebbe confermare l'idea che appunto è bravissimo in questi ruoli di stalkeraggio compulsivo. La particolarità di questa serie, infatti, è parlare di un amore-ossessione dal punto di vista dello stalker stesso. Joe si innamora, o meglio, si ossessiona di questa ragazza, Guinevere Beck (Elizabeth Lail) , soprannominata Beck dagli amici. Prova in tutti i modi a farla innamorare di lui e la storia potrebbe anche funzionare, se non fosse che Joe in fondo è malato, è affetto da un disturbo della personalità. Ecco, noi vediamo questo giovane ragazzo all'apparenza perfetto fare delle cose totalmente assurde e complottistiche da farti accapponare la pelle. Ma tu segui il suo ragionamento, quel che lui pensa. Joe spiega nella sua mente cosa sta facendo e perché, il suo flusso di coscienza è la voce narrante della storia. Con ciò che dice, il più delle volte, lo spettatore si potrebbe trovare d'accordo. Più volte nel corso della storia lo comprendiamo. Joe è un personaggio che disturba la nostra mente, lo approvi e disapprovi al contempo. Pensa di fare la cosa giusta, anzi, vuole aiutare gli altri in tutti i modi e il principio che dà vita alle sue azioni è giusto. L'unico problema è come agisce. Il suo modo di agire è scorretto, malato, immorale. 

 «L'altra cosa che il nostro caro internet mi ha regalato è stato il tuo indirizzo. Eccolo lì, con le sue grande finestre senza tende. È carino,troppo carino, penso che sia un alloggio studentesco sovvenzionato.Oddio, ma tu non lo hai mai visto un film horror o il telegiornale?». Grazie a Jo ci si può rendere conto di quanto sia pericoloso internet, forse dopo questa serie ci sentiremo tutti come se ci trovassimo al Grande Fratello, spiati e paranoici. Ed è l'effetto che vuole dare questa serie, mostrare che anche dietro alla persona più gentile ci può essere nascosto un mostro. Beck è una ragazza del tutto normale, un po' ambiziosa, con la passione per la scrittura e una famiglia disfunzionale. Si innamora subito e non presta particolare attenzioni agli altri tant'è vero non si accorge di cosa succede alle sue amiche più strette. Joe spera di farla vivere in un mondo migliore, vuole renderla felice. Ma si può essere felici quando ogni tuo passo è osservato e manipolato da qualcuno che non sia tu? Ovviamente, la risposta è semplice, no. La prima stagione è stata interessante dal punto di vista illustrativo di questa patologia. Sicuramente è innovativa in quanto il caso clinico dello stalker viene denudato e smussato in ogni sua parte. La seconda stagione è un po' ripetitiva. Ambientata a Los Angeles dopo gli avvenimenti della prima stagione, incontriamo Love Quinn (Victoria Pedretti), nuova fiamma del nostro Joe e Forty Quinn (James Scully), il gemello di Love. Viene trattata, anche se male, la coodipendenza tra gemelli, un secondo tipo di inguaribile ossessione. Questa stagione l'ho apprezzata solo per due aspetti: i flashbacks dell'infanzia di Joe così da capire meglio il personaggio e quelli della sua storia avuta con Candance (Ambyr Childers), la sua prima ragazza. Una piacevole sorpresa è stato il personaggio di Delilah Alves (Carmela Zumbado), uno dei miei preferiti dell'intera serie, insieme alla sorella Ellie (Jenna Ortega).

Omicidi e scene abbastanza trash contornano l'intera serie, al limite proprio dell'inverosimile. Joe, però, resta un ragazzo che non capisce cosa significa amare, il suo amore si trasforma in follia e ossessione, non è vero amore. Il bello di Joe è che sa di sbagliare, di non essere una "brava" persona, se vogliamo ridurci al concetto di buono o cattivo banalizzando la questione. Sarà per questo che alla fine finisci per simpatizzare per lui ma allo stesso tempo speri che qualcuno lo prenda in cura, perché davvero un'altra stagione dove omicidi e stalkeraggio restano impuniti non la sopporterei. Il mio giudizio finale è 6, non è la prima serie che consiglierei di vedere. Inoltre il trash spesso offusca la tematica importante della serie, ossia l'ossessione nei confronti di una persona. L'amore fa compiere follie, in questo caso però è un po' troppo esagerato! Joe è tutto quello che non dovremmo mai essere in una relazione. Se piace il trash unito a tematiche più serie, la consiglio. 
E per oggi è tutto!
A. List

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