Passa ai contenuti principali

Maniac, un capolavoro sconclusionato

Oggi vorrei parlarvi di Maniac, una miniserie statunitense del 2018 creata e ideata da Cary Fukunaga.
Questa serie è il rifacimento di una serie omonima norvegese del 2014. Ha solo dieci episodi e se ti aspetti che tutti durino almeno un'ora, come la maggior parte delle serie che hanno poche puntate per stagione, ti sbagli di grosso. Infatti Maniac non ha una durata precisa, una puntata può durare anche mezzora. Sicuramente la sua struttura è molto particolare ma forse gli intrecci che vi sono inseriti lo sono di più.
Ambientata in una New York che fa pensare esteticamente alla fine degli anni ’70 ma con una tecnologia avanzatissima rispetto alla nostra, nonostante gli strumenti tecnologici sembrino retrò, la serie resta comunque una distopia: il consumismo ha preso totalmente il sopravvento, la società è sempre più divisa e i due protagonisti sono soli. Diventa un viaggio nella psiche umana, letteralmente parlando, nella quale il punto focale è il provare emozioni. L'attrice vincitrice dell'Oscar, Emma Stone, ci regala un'interpretazione impeccabile nei panni della protagonista Annie Landsberg, una donna che soffre del disturbo borderline di personalità. Mentre il co-protagonista è Jonah Hill nei panni di Owen Milgrim, un uomo che soffre di schizofrenia. Come si incontrano questi due personaggi? Semplice, durante un test sperimentale di un farmaco. Questo è il vero filo conduttore fantascientifico della serie, il test ideato dal dottor Mantleray  (Justin Theroux) per aiutare e curare chi soffre di malattie mentali. Con questo farmaco inizia il viaggio introspettivo di queste due cavie che a causa di un errore del "supercomputer" si ritrovono a svolgere insieme il loro test. Ritroviamo Annie ed Owen in diverse situazioni, da scene di spionaggio ad invasioni aliene, agli elfi del mondo tolkeniano. Insomma, un pastiche cinematografico che non ci fa catalogare questa serie in un unico genere, anzi. Attraverso le varie situazioni vediamo l'apaticità di Owen e il continuo cambio di personalità di Annie, riscopriamo le loro angosce e fatti accaduti nel loro passato. Tutto questo non ci porta ad una soluzione ma solo a dei dati di fatto. Di vitale importanza è notare anche la motivazione della nascita di questo farmaco e dell'annesso test. In realtà si nota effettivamente che il dottor Mantleray soffre di un complesso di Edipo, non riuscendosi a staccare dalla madre ma dovendo per forza di cose farlo, crea il congegno robotico per rendere inutile il lavoro da terapeuta della madre, Greta (Sally Field), famosa a livello planetario. Come finirà l'esperimento lo saprete solo guardando la serie, posso solo dire che nessuna macchina può capire i sentimenti umani e nel caso in cui una macchina dovesse avere dei sentimenti umani commetterebbe gli stessi errori di un umano, perché sarà accecato dalle emozioni che prova. La lentezza delle prime due puntate potrebbe essere un ostacolo per continuare a seguire questa serie ma vale la pena vederla. Do un 8 perché per quanto sia bella è sconclusionata. La recitazione è impeccabile da parte di tutti gli attori che si giostrano in ruoli diversi restando legati al personaggio principale, un qualcosa di meraviglioso. Le inquadrature sono perfette, come anche tutti i dettagli. Ci sono state critiche positive e negative riguardanti questa serie, io voglio definirlo un capolavoro sconclusionato, ogni puntata mi ha dato qualcosa ma alla fine non mi ha fatto capire nulla. Una serie più folle di così non l'ho mai vista, dopotutto si chiama Maniac, no?
ate per stagione, ti sbagli di grosso.
E questo è tutto, baci stellari!
-A. List

Commenti

Post popolari in questo blog

Hunters: a caccia di nazisti

Il 21 febbraio 2020 è stata distribuita su Amazon Prime Video la serie tanto attesa, Hunters . L'ideatore, David Weil, si è ispirato ai racconti della nonna sopravvissuta all'Olocausto, pertanto è toccato da vicino, seppur indirettamente, dal dramma della Shoah. La serie, composta da dieci puntate, non è nata con l'intento di essere storica. Si parte da fatti storici davvero avvenuti per poi raccontare tutt'altro con la propria immaginazione. Difatti è stata accusata di non riprendere la veridicità dei fatti e soprattutto di aggiungere torture di cui non ci sono state prove attendibili. Le accuse sono state mosse direttamente dall'Auschwitz Memorial Museum. La tortura incriminate è la scacchiera umana ed è stata criticata perché, con tutti gli orrori avvenuti nei campi di concentramento, aggiungerne altri non sembrava necessario. Probabilmente la scacchiera è solo un simbolo, perché tutto gira intorno alla scacchiera, anche la sigla iniziale. Sono tutti dell

How I met your mother

Al settantesimo Festival di Sanremo tenutosi all'Ariston dal 4 all'8 febbraio, i Pinguini Tattici Nucleari si sono classificati al terzo posto con il brano Ringo Starr , omaggio al batterista dei Beatles, Ringo Starr. Questa canzone ha spopolato, è stata amata da tutti e in particolar modo dagli amanti di film e serie tv. Le numerose citazioni hanno fatto subito concentrare su di essi l'attenzione, anche da parte di chi il Festival non l'ha seguito. Ed è stato subito un riprendere la frase del brano "Tu eri Robin, poi hai trovato me. Pensavi che fossi il tuo Batman ma ero solo il tuo Ted" per chi con How I met your mother praticamente ci è cresciuto. Infatti il bellissimo gioco di parole, o meglio di nomi, ha unito insieme il famoso supereroe della DC, Batman, e Ted. Il collante? Robin! Nel primo caso è l'assistente di Batman,  nel secondo è riferito a  Robin Scherbatsky, una delle protagoniste della sitcom. Come non amare questo riferimento? Tutti

Friends, non tramonta mai

Friends (reso graficamente come F•R•I•E•N•D•S ) è una di quelle sitcom intramontabili che hanno fatto praticamente la storia. Creata da David Crane e Marta Kauffman, è andata in onda dal 1994 al 2004 con un totale di 10 stagioni e 236 episodi. Come in ogni sitcom che si rispetti, ogni episodio ha una durata di venti minuti circa, la comicità è il centro della narrazione e ha i suoi luoghi del cuore, qui il Central Perk, la caffetteria punto di ritrovo degli amici, e gli appartamenti del palazzo nel West Village dove abitano alcuni protagonisti. Forse la comicità di Friends potrebbe non piacere a primo acchito o far desistere le nuove generazioni dal vederla, ma alla fine è davvero leggera e godibile, ed è impossibile non affezionarsi ai personaggi. Non c'è dubbio che questa sitcom abbia spiegato le ali a tutte le altre, ad How I met your mother (ne parlo qui ) o Scrubs e The Big Bang Theory. Infatti ci sono moltissime somiglianze, partendo dal gruppo di amici e dai luo